ISTANBUL..

a cavallo del Bosforo

 

Venerdì 19 Agosto 2005

Istanbul - km 79.078

Maryan

Partiamo in mattinata da Tekirdağ, dopo che Flipper ha riparato la moto con i pezzi comprati a Salonicco mentre io ancora me la dormivo tranquilla. Seguiamo le indicazioni per Istanbul: la strada costiera non è proprio bella.. lavori in corso ad ogni angolo e come se non bastasse addirittura un tipo contromano. Passiamo davanti a diversi campeggi, situati tra la strada e la spiaggia. Sarebbero stati una sistemazione certo più economica rispetto al nostro alberghetto, ma.. la strada è trafficata, le piazzole non sono proprio ombreggiate e la spiaggia, potenzialmente molto bella, solo a tratti è curata e pulita. Beh, per questa volta abbiamo fatto la scelta giusta! Seguendo i cartelli verdi per Istanbul arriviamo al casello d'ingresso all'autostrada. Dobbiamo solo ritirare il biglietto, ma un ragazzo si avvicina chiedendoci 15YTL di pedaggio. Io ci stavo anche cadendo, ma guardando bene.. gabbiotti vuoti, pulsante per prendere il biglietto, nessuna divisa (e in Turchia alle divise ci tengono molto!) ..Flipper tira dritto e lasciamo che provi a fregare qualcun altro. Proseguiamo lungo l’autostrada, lre qualcun altro. L tra le auto di Turchi non proprio corretti al volante, e ci fermiamo all'unico distributore che incontriamo. Il pannello dei prezzi indicava 2.60 YTL mentre il costo effettivo era di 2.68 YTL. Chiedo spiegazioni e il ragazzino del distributore solleva le braccia al cielo con una faccia da "se ti va bene è così, se no uguale". Ok, facciamo che va bene così. Ben presto mi accorgo dei volti incuriositi di donne e bambini che ci osservanoitiano sgranando i loro occhi scuri da  sgranando i loro occhi scuri da dietro i finestrini delle auto. Qualcuno divertito si sbraccia per salutarci, qualcuno sorride, e qualcuno imbarazzato distoglie lo sguardo non appena si accorge di essere stato notato. Alla fine dell’autostrada, paghiamo a un casellante in divisa dentro al suo gabbiotto i 2 YTL di pedaggio.. che sono solo un euro e poco più! Proseguiamo poi su quella che dovrebbe essere la circonvallazione di Istanbul, cercando indicazioni per Sultanahmet, ovvero il centro città,  ma..

Flipper

Tra il traffico congestionato, l'asfalto pessimo e le prodezze di guida di chi ci circonda.. sbagliamo strada. Non sono riuscito a leggere alcuna uscita per Sultanahmet fino all'ultimissimo cartello davanti alla barriera.. un po’ troppo tardi per tagliare di traverso le 5 o 6 corsie che ci dividevano dal lato destro della strada! Proseguiamo fiduciosi in direzione Ankara, convinti che prima o poi troveremo un'indicazione per entrare in città. Appunto. Il ponte "Fatih Sultan Mehmet" compare dritto davanti a noi.. e non possiamo tornare indietro. Al piccolo casello ce la caviamo con 3 YTL  e attraversiamo il Bosforo. Piove e abbiamo sbagliato strada ma così, tutto a un tratto, inaspettatamente, siamo in.. Asia! Una sensazione strana: attorno a noi tutto è molto simile a quel che vedevamo al di là del ponte.. molto simile ma allo stesso tempo molto diverso.. è qualcosa che si sente, e che non è facile da descrivere. Troviamo un BurgerKing e decidiamo di fermarci in attesa che smetta di piovere. Qui in Turchia un menu costa attorno ai 7YTL.. circa 4 euro. Ci rimettiamo in marcia percorrendo la costa asiatica fino al ponte successivo, il più famoso "ponte sul Bosforo".  

Attraversiamo gratuitamente questa meraviglia dell'ingegneria, che si paga solo percorrendola in direzione europa-asia! Oltrepassato lo stretto, a naso prendiamo Barbaros Bulvari, una larga strada trafficatissima, sperando che ci porti al nostro ostello. Accosto a destra per chiedere informazioni quando un pullmino decide di spostarsi nella mia direzione, stringendomi contro il marciapiede.. suono il clacson, lui se ne frega e quasi ci investe.. mi arrabbio.. la strada è bagnata e scivolosissima e tenere in piedi la moto carica è una bella impresa. Suono come un forsennato e l'autista ci guarda, un po' stupito, senza capire quale sia il problema. Vabbè.  

Maryan

Vicino a noi tre poliziotti in moto vedono la scena.. uno fulmina con lo sguardo l'autista, poi ci sorride.. Sbracciandoci non poco facciamo appena in tempo a fermare il poliziotto turco dagli occhi chiari prima che risalga in sella e riparta con la sua moto. Gli chiediamo informazioni per arrivare al Sultanahmet.. lui prova a spiegarci la strada ma.. il tentativo dura si e no dieci secondi, prima che si rimetta il casco invitandoci a seguire lui e i suoi colleghi poliziotti motociclisti. Si dispongono con una moto davanti a noi, e l'altra dietro, a mo di scorta. Arriviamo ad un semaforo.. scatta il giallo.. rallentiamo.. poi il rosso.. Flipper fa per fermarsi ma.. non c'è problema.. il poliziotto dietro di noi ci invita a tirare dritto! Anche la corsia preferenziale dei tram non è più off limits.. ormai la città è nostra! Ci accompagnano fino al quartiere Sultanahmet e qui ci perdiamo nuovamente tra strade strette e i sensi unici.. succede, quando hai a disposizione una cartina nana con segnate solo le quattro vie principali, in una metropoli come Istanbul. Dopo mezz'ora di giri a vuoto sotto un sole rovente riapparso in cielo proprio nel momento meno opportuno, ci ritroviamo magicamente nella via giusta: Akbiyik Caddesi. Molliamo la moto davanti al bar dell'ostello, il SultanHostel (hostelling international) e anche se puzziamo come animali morti ci sediamo a bere una CocaCola. Facciamo amicizia con il ragazzino del bar, che vista la moto inspiegabilmente ci prende molto in simpatia. Entriamo in ostello carichi di bagagli e prendiamo la camera 45. Avevamo già prenotato via internet, e paghiamo 143 YTL per una doppia con bagno per tre notti. La stanza è piccolissima, alla finestra non arriva mai un raggio di sole, il letto ci sta di misura e la moquette per terra chissà da quanto tempo non vede l'acqua (o forse è solo un'impressione.. mah!) ma il bagno è davvero enorme. Ficcando il naso dietro una porta socchiusa scopriamo che le doppie senza bagno, invece, sono molto più spaziose e guardano sul mare. Vallo a sapere! Siamo distrutti ma basta una doccia per rimetterci in forze.. un po' di relax e una birra al bar dell'ostello su una terrazza vista mare.. ed eccoci pronti ad iniziare la visita della città. Per prima cosa decidiamo di visitare la Moschea Blu, proprio a due passi dal nostro ostello. Entriamo dal cancello principale e non facciamo in tempo a salire i gradini per accedere al cortile interno che un ragazzo ci ferma proponendosi come guida. Gli chiedo più volte cosa vuole in cambio, ma lui continua a dire che è tutto gratis.. ok, ci ha tirato in mezzo, stiamo al gioco e vediamo cosa succede. Entriamo dall'ingresso laterale, dopo esserci tolti le scarpe riponendole in un apposito sacchetto di plastica da tenere in mano. Io metto in testa la mia scarpina rosa, per non usare uno dei veli azzurri messi a disposizione delle visitatrici. Il pavimento, in legno, è completamente ricoperto di tappeti, decorati in modo da delimitare dei rettangoli, su ognuno dei quali un fedele si raccoglie in preghiera. L'interno è completamente rivestito da mosaici blu nella parte bassa, e rossi in altro. Lo spazio all'interno è ampio, anche se i visitatori non possono accedere alla parte vicino al mirhab, da cui parla il sacerdote, che è riservata ai fedeli.
 

La nostra guida curda dagli occhi verdi si arrabatta in qualche spiegazione, ma ci rendiamo conto che non ne sa molto più di noi.. il suo scopo è tagliare corto e portarci al suo negozio di tappeti. Continuiamo a stare al gioco e lo seguiamo. Il suo capo, in un italiano quasi perfetto, ci illustra la sua merce con tanto di spiegazioni sui diversi metodi di lavorazione.. parla della maggior resistenza dei tappeti a doppio nodo e di come l'uso di un pettine di metallo renda il colore cangiante. Ci propone addirittura la spedizione gratuita dei tappeti con la TNT. Chiacchieriamo per forse un'ora, sorseggiando del the alla mela. I tappeti sono bellissimi, ma nonostante un fantomatico "sconto del 50% sul prezzo per gli americani" non ci sembra il caso di spendere 1400 euro per due tappeti.. forse è meglio usare quei soldi per continuare il nostro viaggio! Divincolatici dal venditore di tappeti, dopo una sosta in ostello siamo pronti per una passeggiata per le vie di Istanbul alla ricerca di un posto dove mangiare. Scendiamo verso il mare, passeggiamo per il porto dei pescatori, giriamo qua e là senza una meta.. e senza trovare un locale carino, economico, non turistico e che ci ispiri.

Finalmente due ragazzi italiani, seduti fuori da un ristorante (Karadeniz Imren Lokantasi), ci invitano ad entrare, dicendoci che in zona è il migliore nel rapporto qualità prezzo. Seguiamo il loro consiglio. Ceniamo abbondantemente a base di carne: il cibo è ottimo, il servizio gentile e premuroso, quasi da metterci in imbarazzo. I Torinesi avevano ragione.. mangiamo a volontà e spendiamo in due 17.50 YTL. Per di più il gestore, Alì, ci offre il the alla mela (elma çai),  squisito davvero, e della buonissima uva senza noccioli. Chiacchieriamo con lui e con i torinesi.. Alì è molto di compagnia e sarà un piacere domani tornare a mangiare da lui.

La strada del ritorno, che doveva essere particolarmente semplice, si rivela una vera e propria odissea. Sbagliamo strada: il fatto di essere senza una cartina, e la gente che ci da indicazioni sbagliate, non ci sono certo d'aiuto. Ci consigliano di prendere un taxi, ma siamo troppo orgogliosi e testardi e vogliamo farcela da soli. Camminiamo per almeno due ore, regalandoci una lunga e romantica passeggiata notturna per la città passando per i quartieri di Kumkapi, Yenikapi, Aksaray, Fatih, Laleli, Beyazit, Eminonu, e poi finalmente Sultanahmet. Stanchissimi, ritroviamo miracolosamente la strada per il nostro ostello. Domani, per prima cosa, urge comprare una cartina! 

Sabato 20 Agosto 2005

Istanbul – ancora km 79.078

Flipper

Oggi ci aspetta una giornata dura.. la sveglia suona alle 9, poi colazione veloce e.. purtroppo il tempo non è dei migliori: il cielo grigio sopra la città minaccia pioggia ma.. vedremo! Per prima cosa visitiamo Aya Sofia: una chiesa, una moschea, un museo.. Santa Sofia è tutto questo. L’ingresso, 15YTL, non è proprio economico e gli sconti per studenti non sono contemplati, ma dopotutto, al contrario di quanto ci era stato detto, ne vale davvero la pena: l’interno infatti è molto più bello della facciata, color rosso mattone sbiadito. Pur essendo ad oggi un museo, Santa Sofia mantiene ancora la sua sacralità tanto di chiesa quanto di moschea. Finita la visita il tempo peggiora, e decidiamo di rifugiarci in ostello con un bel sacchetto di cibarie per il pranzo. Il pomeriggio prosegue con la visita della Yerebatan Sarnici, (10YTL) un grande locale sotterraneo adibito in passato alla raccolta dell’acqua per la città. Il colonnato è suggestivamente illuminato di rosso, e sgomitando tra turisti particolarmente maleducati in preda alla mania del click fotografico, riusciamo a trovare le due famose colonne con le teste di Medusa. L’ambiente, qui sotto, è incredibilmente molto meno umido di quanto non sia la nostra camera dell’ostello!

Maryan

Usciti dalla Cisterna ci lanciamo verso la confusione del Gran Bazar. Primo acquisto, due cover per i nostri minicellulari pagate metà del prezzo richiesto e introvabili sul mercato europeo (mi ero informata prima di partire!) Flipper compra due cinture in pelle, che dopo una lunga contrattazione scendono a un quarto del prezzo iniziale. Tutto questo prima di varcare la soglia del Gran Bazar vero e proprio, un enorme edificio coperto che ospita innumerevoli minuscoli negozietti che vendono davvero di tutto. Dopo una perlustrazione accurata e una attenta e doverosa contrattazione usciamo con un bellissimo narghilé completamente in metallo (non quelle schifezze fatte apposta per i turisti, belle colorate ma che non valgono nulla!), una confezione di tabacco, una splendida lampada portalumini in vetro, con portalampada in ferro battuto, e due ciondolini con il classico simbolo dell’occhio. Il tutto per 50 YTL, poco più di 25 euro. Dopo l’esperienza del Gran Bazar, più per il gusto di sperimentare i trasporti pubblici turchi che per vera e propria necessità, prendiamo il tram. Alle varie fermate ci sono delle piccole stazioncine, come quelle della nostra metropolitana. Si compra un gettone (1,10YTL) che inserito nell’apposita fessura fa aprire il tornello consentendo l’ingresso. I tram sono nuovissimi e in ordine perfetto. Facciamo solo un paio di fermate, prima di arrivare a destinazione. Passiamo davanti al Palazzo Topkapi, indecisi se visitarlo o meno. In realtà abbiamo poco da decidere.. il palazzo è ormai chiuso e le guardie ci dicono di tornare l’indomani dopo le nove. Un giretto senza meta per la città a volte riserva enormi sorprese e così, dentro il giardino di un locale, intravediamo tra le piante uno spettacolo dei Dervisci Rotanti. In realtà è solo un ballerino che per pochi minuti allieta i turisti con la sua danza in abito bianco, ma rimane qualcosa di affascinante.. chissà, forse solo perché noi siamo al di qua della recinzione! Con una certa fatica torniamo al locale di ieri.. ancora una volta mangiamo benissimo per un prezzo modico, e Alì ci invita a fumare il narghilé con lui in un locale poco lontano (insomma..) nel quartiere Laleli. Lungo la strada parliamo di calcio, di politica e un po’ di tutto, e lo stesso anche nel locale, uno di quelli visti ieri durante il nostro peregrinare notturno. Alì sceglie un narghilé alla mela.. un sapore delicato e buonissimo. Ciò che rende unica questa esperienza in realtà non è il narghilé, il caffè turco, il the alla mela o il locale caratteristico, ma il fatto di fare tutto questo con Alì, un turco con moglie curda, figlio giornalista e nipotino di pochi anni, di cui ci mostra fiero la fotografia. Vive nella parte asiatica, lui, e non torna a casa a dormire tutte le notti perché la strada non è proprio breve. Ristoratore da 24 anni, è uno di quelli che ama il suo lavoro, e ama stare con la gente, confrontarsi, conoscere, scoprire.. e soprattutto parlare! Quando scopre che studio medicina inizia a chiamarmi “doctor”, e quasi mi fa commuovere quando estrae un pacchetto dalla tasca con dentro un carinissimo braccialetto.. un regalo per me. Ci scambiamo gli indirizzi prima di uscire.. stasera siamo suoi ospiti e non c’è verso di pagare il conto. Torniamo in ostello a piedi, contenti di aver imparato qualcosa di nuovo e di poter guardare con occhi diversi la realtà che ci sta intorno.

 

Domenica 21 Agosto 2005

Istanbul – ancora km 79.078

Maryan

La giornata di oggi è stata devastante. Iniziata con la pioggia e finita con un caldo afoso. Prima tappa il Palazzo Topkapi. Entriamo dal primo portone nel bellissimo giardino percorrendo poi un viale alberato che conduce al secondo ingresso. La visita del palazzo, del giardino interno e dell’harem dicono sia molto costosa, e che in fondo non ne valga poi la pena. La fila davanti alle casse ci spinge definitivamente a rinunciare: in fondo il tempo è poco e vanno fatte delle scelte. La curiosità ci porta al Bazar delle Spezie, dopo aver mangiato per strada un discreto kebab e aver girato tra le bancarelle di un mercato di animali domestici e mangimi: musetti tristi dentro le gabbie e un forte odore nell’aria. Al mercato delle spezie, che non è chiuso come il gran bazar ma fatto di piccoli negozietti che con le loro bancarelle si affacciano sulla strada, compriamo del the alla mela e alla fragola, del tipo solubile come quello che usa Alì al suo ristorante, e due bustine di pistilli di zafferano. Da noi costano un botto.. qui con 8 YTL ci portiamo a casa tutto.

 

 

Passiamo davanti alla Yeni Cami senza entrare, e raggiungiamo il porto vicino al ponte di Galata. L’idea è quella di passare dall’altra parte del Corno d’Oro, quella lingua di mare che divide in due la Istanbul europea. Il tipo dei traghetti ci propone a 1 YTL a testa di andare di là dal Bosforo, dalla parte asiatica, per poi, a circa lo stesso prezzo, raggiungere la nostra meta. L’idea di questa piccola ed economica crociera sul Bosforo ci alletta particolarmente, e accettiamo di buon grado la proposta. Secondo la nostra cartina, il traghetto dovrebbe arrivare a Uksudar. Trovarsi in mezzo a quello stretto mare che divide due continenti ha di certo un grande fascino.

Dal mare poi vediamo il Palazzo Topkapi, e le cupole e i camini delle sue cucine..

La vista di questo edificio, più a sud di dove dovremmo essere, ci desta qualche dubbio, che si concretizza quando scendiamo dal traghetto scoprendo che non siamo a Uksudar ma molto più a sud, oltre il porto, nei pressi della stazione Haydarpaşa. Tragedia! Camminiamo per ore verso nord lungo una assolatissima strada che verso la fine si apre in un lungomare moderatamente affollato. Qualcuno fa il bagno tra gli scogli, ma l’acqua è particolarmente sporca. Ci rifugiamo in un McDonald’s per scongiurare il collasso e scopriamo che qui c’è il Mc menu Turco, che è un hamburger in un panino tipo kebab, e il Mc Flurry alle more! 

Flipper

Ritemprati, ci informiamo al porto su quale sia il traghetto per Beşiktaş. Per 1,50YTL a testa ci danno due microscopici gettoni come biglietto. Entriamo in una saletta ed aspettiamo. Dopo poco più di cinque minuti arriva il traghetto.. non è all’ultimo grido, galleggia ed è già una sicurezza. Raggiungiamo così la parte occidentale. Percorriamo Dolmabahçe Caddesi, un lungo viale alberato che passa dietro al Dolmabahçe Saray, il bellissimo palazzo che abbiamo visto poco prima dal traghetto.

Maryan, con non pochi problemi a farsi capire, acquista in una libreria “Il Piccolo Principe” in lingua e ci dirigiamo verso Taksim, il quartiere alla moda della città. Passeggiando scopriamo Istiklal Caddesi, che a quanto pare è una rinomatissima via di negozi e locali.  

Incuriositi da una pasticceria che espone decine di bellissimi profitterol, decidiamo di lanciarci all’assaggio e.. curiosando notiamo che i muri del locale sono tappezzati di articoli di giornali internazionali che parlano di questi famosi pasticceri. Il profitterol di Inci è assolutamente superbo e vale i 4YTL pagati per ogni abbondante porzione, ricoperta da una traboccante e squisita crema al cioccolato. Ora un giro alla Torre di Galata, passeggiando tra vicoli stretti fortunatamente in discesa.. ci stiamo avvicinando sempre più al mare. Foto di rito alla Torre, ma non saliamo fino in cima.. siamo distrutti e così proseguiamo il cammino fino al ponte di Galata che ci riporta verso Sultanahmet. Le gambe fanno male, i piedi quasi non ci sono più, e così tagliamo per le piccole vie della zona del Gran Bazar. Altri 500mt e se tutto va bene ci siamo! L’ipotesi del mezzo chilometro si dimostra un po’ troppo ottimistica, però alla fine eccola lì davanti, la Moschea Blu. La vogliamo rivedere con calma, e godercela senza l’assillo di venditori di tappeti camuffati da guide turistiche!

Maryan

Prima la osserviamo bene da fuori, aiutandoci con la nostra magica guida, poi ci togliamo le scarpe, mi copro la testa ed entriamo. Oggi la gente fa un gran casino e nessuno dice nulla. Pensiamo sia dovuto al GP di Formula Uno, per la prima volta in Turchia: tanti turisti e tanti soldi.. quindi tanto permissivismo. La situazione un po’ mi irrita.. non c’è rispetto nemmeno per la zona riservata ai fedeli. Ci sediamo per terra sui tappeti per la preghiera e guardiamo in alto. La moschea è decorata con mosaici e riflettiamo sui colori predominanti.. blu e rosso.. per i cristiani rappresentano l’uomo e Dio.. forse anche per i musulmani. Osservando bene ci rendiamo conto che il giovane curdo dell’altro giorno ci aveva detto anche qualche fesseria.

Dopo la moschea andiamo a cena da Alì.. arrivando appena in tempo prima che finisse tutto il cibo. Lungo la strada Flipper incontra Federica, una sua compagna del liceo.. come è piccolo il mondo, eh? Da Alì conosciamo Neil, uno scozzese che ha viaggiato tantissimo e che parla benissimo l’italiano.. come non fermarsi a chiacchierare un po’?! Salutiamo Alì e torniamo verso l’ostello: una birra e un narghilé, quattro chiacchiere con Federica e i suoi amici, incrociati di nuovo, e poi dritti in camera a preparare i bagagli. Domattina sveglia presto, direzione Ankara.

 

continua..

Album Fotografico

 

Indirizzi utili

 

SULTAN HOSTEL

Akbiyik Cad. No:21

Sultanahmet - Istanbul

0090 (0)212 516 9260

www.sultanhostel.com

 

 

KARADENIZ IMREN LOKANTASI

(il ristorante di Ali)

Kadirga Liman caddesi No 143

Kumkapi - Istanbul

tel. 0090 (0)212 638 11 96

 

 

INCI PASTANESI

Istiklal Caddesi 124 - 2

Beyoğlu - Istanbul

tel 0090 (0)212 243 24 12

0090 (0)212 293 92 24

 

 

un locale carino ma molto europeo per una birra e un narghilè proprio sotto l'ostello..

 

METROPOLIS

cafe & Restaurant

Akbıyık Cad. Terbıyık Sok. No 1

Sultanahmet - Istanbul

 

 

per bere un the alla mela mentre vi mostrano decine di costosi tappeti spiegandovi come funziona la loro realizzazione, senza impegno di acquisto (sono bellissimi ma davvero cari!)..

 

ONUR carpets & kilims

Mimar Mehmet Ağa Cad.

No 13/15

Sultanahmet - Istanbul