SULLE CURVE DELLA VAL D'AVETO..

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Non si può definire un semplice giretto domenicale…Milano alle spalle, la Val Tidone davanti, e poi diritto fino al bivio per il Passo Penice.  Oggi però non svoltiamo a destra in direzione di una delle più classiche mete dei giretti fuoriporta dei motociclisti milanesi.. scendiamo invece a sinistra, verso Bobbio in Val Trebbia. Doverosa una rapida sosta per qualche foto al Ponte Gobbo.. un tripudio di moto nella piazza del paese, un caffè e via verso Marsaglia. Da qui, al secondo bivio si gira a sinistra imboccando la Val d’Aveto. Nella buona stagione il costume da bagno è d’obbligo.. basta guardarsi un po' attorno e le discese al fiume si fanno intravedere tra la folta vegetazione.. altrimenti ancora in sella si prosegue fino a Rezzoaglio. Siamo a cavallo tra l’Emilia e la Liguria pertanto meglio non parlare di culinaria…se è già ora di pranzo è il caso di approfittarsene: in piazza c’e un ristorante dall’ingresso un po’ così, ma che nasconde una saletta accogliente dove il palato può dire la sua. Dopo pranzo le possibilità sono due…andare verso il mare percorrendo tutta la valle dirigendosi verso Chiavari, oppure andare verso Santo Stefano d’Aveto e percorrere la Val Nure. Questa, pur essendo meno conosciuta e con un asfalto solo in qualche pezzo degno di puro divertimento motociclistico, presenta un panorama agreste di prima qualità. Una sosta al borgo medievale di Grazzano Visconti merita soprattutto se al nostro seguito abbiamo "l'ancoretta”. E poi ahimè si torna a casa…

 Buon lampeggio!

 

ATTENZIONE!

Se nell' Appennino il mangiare non è un problema.. occhio ai distributori della benzina: non tutti sono automatici e non sono numerosi. A Marsaglia è di rito fare il pieno, se questo fosse chiuso, in Val d'Aveto a 10 Km circa c'è un piccolo distributore automatico. 

 

Maryan e Flipper

 

LA LEGGENDA DEL PONTE GOBBO DI BOBBIO

San Colombano stava procedendo alla costruzione della sua abbazia, quando fu preso dal desiderio di costruire un ponte sul Trebbia. Un giorno mentre il Santo stava riposando all’ombra di una quercia, gli si presentò davanti il diavolo in persona che gli propose di costruire il ponte in una notte se gli avesse lasciato l’anima del primo passeggero. -Accetto!- rispose San Colombano senza esitare. Le ombre della notte non erano ancora del tutto calate, che già il diavolo era all’opera a trasportare i massi dal monte verso il letto del fiume. Il tempo era poco e bisognava fare molto presto.

Alle prime luci dell’alba il ponte si poteva dir finito. Però, per la troppa fretta ed il poco tempo, esso era riuscito tutto gobbo e storto. Ad ogni modo il ponte era lì, e molto solido. Ed il diavolo dall’altra parte stava già appostato, pronto a ghermire l’anima del primo passante. Che cosa fece allora San Colombano? Vi fece passare per primo un cane. Così il diavolo non ebbe mai l’anima di un cristiano.
 

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Val Trebbia

Val d'Aveto

Val d'Aveto

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