NELLE ALPI CENTRALI TRA LO STELVIO E LO SPLUGA

(4 e 5 Giugno 2005)

 

Siamo a Isolaccia (Valdidentro) proprio a metà tra Bormio e Livigno, circondati dai boschi delle Alpi Retiche. I progetti per il fine settimana erano diversi, ma il tempo a dir poco incerto ci ha costretti a cambiare i nostri piani. Un pomeriggio in Val Müstair, e il giorno dopo in Engadina.

 

Primo giorno

Aspettiamo il primissimo pomeriggio per metterci in sella: da Isolaccia verso i Bagni Vecchi di Bormio e poi attraversando la Valle del Braulio saliamo verso lo Stelvio, lungo la SS38. All'altezza della 4a casa cantoniera (Giogo di S.Maria) tenendo la sinistra attraversiamo la frontiera con la Svizzera in direzione Val Müstair. I sinuosi tornanti senza guardrail, e il suggestivo paesaggio che ci circonda, rendono la discesa verso Santa Maria in Müstair un'esperienza unica, ancor più quando l'asfalto finisce e si prosegue su una sterrata compatta in mezzo agli alberi. Quando riprende l'asfalto il bosco si dirada lasciandoci una vista completa sulla valle, che accoglie il paese di Santa Maria in Müstair. Proseguiamo verso nord-est attraversando Münster e di nuovo la dogana per rientrare in Italia, poi ci dirigiamo verso Malles Venosta e ancora su fino al Lago di Resia. Lungo la strada costeggiamo il piccolo Lago della Muta, con le sue barchette di pescatori. Giunti al Lago di Resia ci fermiamo davanti a un campanile che emerge dalle acque, dopo che con la costruzione della diga il paese è stato allagato. Comincia a piovigginare e decidiamo di tornare indietro, dirigendoci verso il bel tempo. Ripercorriamo la statale per Malles Venosta e seguiamo le indicazioni per Glorenza, una piccola cittadina fortificata. Posteggiata la moto davanti al comune giriamo a piedi il centro storico e ci fermiamo per un ottimo gelato in una pasticceria lungo la strada principale, non lontano dalla piazza. Siamo nella zona dello speck, e una sosta in macelleria diventa doverosa. Con il bauletto pieno ci rimettiamo in marcia sulla SS40 fino a Spondinga: da qui parte la SS38 dello Stelvio, che percorriamo per tutta la sua lunghezza. Costeggiamo il Rio Solda e le sue innumerevoli cascatine, poi entriamo nella valle di Trafoi e iniziamo a salire seriamente. Prima un grandissimo bosco, poi quando il paesaggio si fa più brullo incontriamo una dopo l'altra almeno una decina di marmotte. I tornanti si susseguono in rapida sequenza fino ai 2758mt di altitudine del Passo dello Stelvio. Foto di rito e.. inizia la discesa. Torniamo alla quarta cantoniera: i cerchio così si è chiuso.. non ci resta che scendere a valle e tornare a Isolaccia.

 

Secondo giorno

Decidiamo di partire da Isolaccia di buon'ora e superato il Passo del Foscagno la prima tappa è Livigno, dove la sosta benzina è d'obbligo. Da qui ci dirigiamo al lago del Gallo, che costeggiamo fino a giungere prima alla diga, poi al Tunnel "La Drossa" che tagliando il monte La Schera ci porta in terra svizzera. Questo traforo, lungo un paio di chilometri a senso unico alternato, regolato da una coppia di semafori alle sue estremità, ci incute una certa ansia: la mancanza di vie di fuga.. poche zone di sosta e soprattutto piccolissime.. il soffitto basso e scuro.. per alcuni tratti fatto di  roccia.. Ma anche questi chilometri vengono superati, e via verso Zernez, passando per il Lago Ova Spin. I parapetti anche qui sono inesistenti (ma gli Svizzeri non erano quelli..) le curve si succedono sinuose ma l'asfalto è appena discreto. Percorriamo l'Engadina fino a giungere a Saint Moritz: tempo di un giro attorno al lago e poi via.. la "Montecarlo svizzera" non fa per noi e così ritorniamo sui nostri passi fino quasi a Madulain. Qui ci dirigiamo verso nord-ovest: ci aspetta una ripida salita che ci porta all' Albula Pass. Fa freddo e il rifugio al passo ci da l'occasione di rifocillarci e scaldarci.. ma ci è costato caro. Riposati e non proprio sazi ripartiamo. Seguendo il torrente Albula raggiungiamo Tiefencastel, poi proseguiamo per Thusis e svoltiamo verso sud per la Via Mala.. qui c'è uno stretto canyon, sul fondo del quale scorre l'Hinterrein (Reno posteriore) che, nascendo dai ghiacciai del Gran Paradiso, si unirà al Vorderrhein (Reno anteriore) a formare il fiume Reno. I chilometri scorrono sotto le ruote, l'asfalto si fa sempre più bello e i tornanti sempre più numerosi, ma attenzione a non distrarsi troppo: alcuni cartelli poco chiari traggono in inganno e tutto a un tratto ti ritrovi in autostrada. La strada si inerpica e dietro a una curva un hotel attira la nostra attenzione. Entriamo per un caffè e.. sorpresa! Dietro una porta inizia un sentiero che costeggiando la montagna ci porta alla Rofflaschlucht, una cascata nascosta tra le rocce a circa 300 metri dall'hotel (ingresso 2€). Vi si arriva in 10 minuti percorrendo un camminamento scavato direttamente nella roccia, e si passa addirittura dietro la cascata.. allunghi una mano e tocchi l'acqua.. e poi.. noi l'abbiamo bevuta! Di nuovo in sella, curva dopo curva raggiungiamo il Passo dello Spluga: solito controllo e quattro "chiacchiere" alla dogana italiana, poi tutta discesa lungo la vecchia strada che porta a Chiavenna (al bivio a sinistra): è la più corta ma anche quella più tortuosa. Percorsa la Valle San Giacomo ci dirigiamo verso Lecco e torniamo a Milano in mezzo alle auto dei vacanzieri.

Maryan e Flipper

Primo Giorno..

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Secondo Giorno..

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